Mentre la popolazione mondiale cresce, la richiesta di una maggiore produzione di cibo si espande e le tensioni sulle risorse limitate aumentano.

C’è un urgente bisogno di trovare metodi alternativi, sostenibili e affidabili per fornire alimenti sani, promuovendo contestualmente lo sviluppo sul territorio.

La produzione alimentare attuale si basa sulla disponibilità di risorse, come terra, acqua dolce, energia fossile e sostanze nutritive, il cui consumo supera il loro tasso di rigenerazione globale. Si evince, quindi, quanto le attuali strategie produttive siano ecologicamente dannose.

Una delle principali sfide globali è quella di spostare il modello economico attuale verso un tipo di sviluppo sostenibile.

Per fare questo, sono necessari sistemi di coltivazione innovativi più ecologici, in modo tale che i bisogni umani immediati possano essere esauditi pur mantenendo la capacità della Biosfera di rigenerarsi.

L’acquaponica è un approccio agricolo che, attraverso il riciclaggio di nutrienti e rifiuti, può aiutarci a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile; è una soluzione ottimale anche per il recupero di terreni marginali e di aree urbane dismesse.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile presta particolare attenzione al cambiamento climatico e alla povertà, segnalando come priorità la necessità di raggiungere un sistema produttivo alimentare più efficiente.

Si prevede, inoltre, che nel 2050 la popolazione mondiale salirà a circa 10 miliardi di persone, per sfamare le quali la produzione alimentare dovrà aumentare del 50% a livello globale (FAO2017).

Questa sfida sarà resa ancora più difficoltosa a causa degli altri problemi da superare:

–       cambiamento climatico;

–       inquinamento;

–       perdita di biodiversità;

–       perdita di impollinatori;

–       degrado dei terreni coltivabili.

Pertanto, è necessario agire urgentemente con l’adozione di:

–       rapidi progressi tecnologici;

–       metodi di produzione più efficienti;

–       catene di approvvigionamento alimentare sostenibili.

Le attuali operazioni per il miglioramento della resa agricola non saranno sufficienti a soddisfare la domanda alimentare globale prevista entro il 2050, quindi si dovranno espandere le aree agricole.

Purtroppo il diffuso degrado del suolo, in combinazione con altri problemi ambientali, sembra rendere impossibile questa ipotesi. I terreni agricoli ricoprono più di un terzo della superficie terrestre mondiale, di cui meno di un terzo è coltivabile. Le aree naturali non possono essere convertite in terreni agricoli, perché potrebbe causare erosione e perdita di habitat, con conseguente riduzione della fertilità del suolo, aumento dell’uso di fertilizzanti e, quindi, un ulteriore degrado del suolo.

DI CONSEGUNEZA QUESTA NON È UNA SOLUZIONE VALIDA, NE’ UNA STRATEGIA EFFICACE.

Il consumo globale è in crescita, le risorse disponibili del mondo limitate

OGGI È POSSIBILE AVERE UN INCREMENTO FINO A 27 VOLTE IN PIU’ SULLE PRODUZIONI ORTOFRUTTICOLE DI LARGO CONSUMO RISPETTO AL TRADIZIONALE METODO AGRICOLO, MIGLIORANDO ANCHE LA QUALITA’ E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI.

La complessità degli squilibri tra domanda e offerta è aggravata dal deterioramento delle condizioni ambientali, che rendono più difficile e imprevedibile la gestione della produzione alimentare in molte regioni del mondo.

Produrre materie prime fresche di alta qualità, importanti per i loro valori nutrizionali, è una vera sfida e un lusso in molte regioni del mondo.

Diventa basilare, quindi, trarre i benefici derivati dalle catene del valore dei prodotti agricoli, cioè il confezionamento e la trasformazione dei prodotti.

In un’ottica di economia circolare, la trasformazione alimentare non è solo necessaria per bilanciare eventuali fluttuazioni tra domanda e offerta, ma anche per ridurre gli sprechi, utilizzando i prodotti che non soddisfano gli standard di vendita, ma sono ancora di qualità commerciabile, alfine di ridurre le perdite post-raccolta.

Gestione efficace della catena di approvvigionamento

Una delle principali critiche è la dipendenza dai combustibili fossili necessari per trasportare i prodotti su grandi distanze, con le conseguenti emissioni di CO2. Inoltre, le emissioni di gas serra associate alla produzione alimentare sono da attribuire principalmente alla fase di produzione.

L’acquaponica presenta, quindi, enormi vantaggi grazie ai suoi benefici ambientali dovuti alle filiere corte, che tra l’altro soddisfano le preferenze dei consumatori per alimenti freschi e di alta qualità, prodotti sul territorio, dato che la freschezza dei prodotti ne determina il valore nutritivo e il gusto.

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